Hai mai visto Mr. Robot? Se la risposta è no stai alla larga da questo articolo perchè è pieno zeppo di spoiler. Anzi corri a recuperare la serie! Se la risposta è si in questo articolo troverai un’analisi sulla fotografia di questa serie che si è rivelata una piacevole sorpresa della scorsa estate. Fotografia che, come avrai notato, non è proprio convenzionale.
Il direttore della Fotografia di Mr Robot, Tod Campbell, ha sfruttato in modo originale i concetti di regola dei terzi, linea dello sguardo e aria sopra i personaggi dando vita a una cinematografia viva, pulsante, che ha contribuito notevolmente al successo della serie.
Ma partiamo dal principio ovvero dal primo episodio nel quale la fotografia è a cura di Tim Ives. Si, Tod Campbell salirà a bordo solo a partire dal secondo episodio in poi.
Qui in una delle primissime scene possiamo vedere un dialogo classico tra due personaggi con la giusta quantità di aria sopra le loro teste
la giusta quantità di spazio per la loro linea dello sguardo
e i campi e i controcampi che includono la quinta, ovvero una parte dell’altro personaggio che viene inclusa nell’inquadratura.. Normale amministrazione non credi? sa tutto un po’ di già visto.
Se non che alla fine dell’episodio, quando Eliott viene portato ai piani alti della E-Corp, ci sono queste inquadrature con la messa a fuoco sui grattacieli all’esterno e non sui membri della E-Corp come sarebbe corretto fare. E tu pensi “ehi, questo non sa di già visto!“.
Nella puntata successiva poi ecco un lentissimo effetto vertigo con la camera che si alza e si ferma dando vita a questa inquadratura nella quale i membri della E-Corp sembrano circondare e schiacciare il volto di Eliott, dopodichè..
ehi.. ma cosa è successo? Permetti che mi avvalga della griglia dei terzi
Guarda, un terzo dello spazio è completamente vuoto, c’è tantissima aria sopra la testa dei personaggi.
Il voler sistemare i personaggi nei due terzi inferiori dell’inquadratura, mentre il terzo superiore rimane vuoto, vuole forse suggerire che loro vivono passivamente in un mondo dominato nell’ombra da altre persone, che al contrario occupano anche la parte superiore dell’inquadratura? Ma chi sarebbero mai queste persone?
Beh ad esempio I membri della E-Corp come Philip. Prendiamo ad esempio la scena quando Angela deve decidere se lavorare per la E-Corp.
In questo dialogo con Philip lei lo guarda dal basso verso l’alto, è chiaramente lui la parte dominante di questa scena.
Più tardi poi quando Angela è ancora dubbiosa sul lavorare per la ECorp ecco che Philip scende tra le persone comuni, entra nello spazio di Angela e occupa come lei solo i due terzi inferiori dell’inquadratura, per provare a portare la ragazza dalla sua parte.
Ora attenzione alla scena della conferenza stampa del membro della E-Corp..
Qui si trova nei due terzi inferiori dell’inquadratura, tra le persone comuni.
Qui invece eccolo di nuovo nella posizione dominante mentre fa una lavata di capo ad angela, è un’alternanza continua.
Anche dopo quando inizia la conferenza stampa e sembra così sicuro di se tanto da occupare l’intera inquadratura.
Ma ecco che poi lo vediamo di nuovo nei due terzi inferiori. Ma perchè mai un membro della E-Corp dovrebbe occupare solo i due terzi inferiori dell’inquadratura?
Beh perchè in quel momento si trova in una situazione drammatica, tanto che poi.. BANG!
Ora, hai ancora in mente i dialoghi del primo episodio no? Come abbiamo detto quelli sono molto standard, abbiamo campo e controcampo con la quinta dell’attore fuori fuoco.
Ecco invece un tipico dialogo di Mr Robot realizzato da Tod Campbell, che posiziona i volti dei protagonisti all’estremità dell’inquadratura, sottolineando ancora di più il loro isolamento. I personaggi anche quando parlano tra di loro sembrano soli, infatti nei dialoghi sono inquadrati più da soli che insieme.
Ci sono enormi aree vuote, uno spazio negativo che li schiaccia e li opprime.
Spazio negativo che ha ancora più effetto perchè Campbell gioca anche con la linea dello sguardo, ovvero lo spazio che si dovrebbe lasciare nella direzione verso la quale una persona sta parlando o guardando
e che qui invece viene annullato.
Ma ci sono comunque delle eccezioni al modus operandi di Campbell, qui ad esempio Sheyla ed Eliott in un momento di intimità sono inquadrati insieme.
Oppure qui vediamo Angela ed Eliott nella stessa inquadratura alla cena del loro capo quando Eliott per una volta tanto sembra trovarsi a suo agio con gli altri.
Però attenzione perchè due personaggi possono essere inquadrati insieme ma essere comunque distanti, come nella scena tra Terry e sua moglie, lui si sta sfogando sullo sfondo, fuori fuoco, mentre lei è in primo piano, ben a fuoco, annoiata mentre contempla il cibo che sta mangiando.
Una cinematografia alienante che crea distanza tra i protagonisti anche quando sono nella stessa inquadratura. A volte basta anche solo un vaso per sottolineare il distacco che esiste tra i personaggi nella stessa inquadratura.
Ma si possono anche mischiare le due tecniche, esaustivo in questo senso il dialogo tra Eliott e Darlene quando lui prova baciarla.
Prima li vediamo inquadrati insieme e nei campi e controcampi è presente l’inquadratura di quinta.
Ma guardate cosa succede appena Eliott la bacia.. Ora invece sono inquadrati da soli, c’è stato un evidente distacco tra i due.
Ma si può giocare anche su un personaggio che entra nello spazio di un altro come qui quando il capo di Eliott entra nella sua inquadratura per abbracciarlo.
O ancora qui quando Sheyla convince Angela a prendere una pillola e la mano con la sua bibita riesce a far breccia nell’inquadratura della ragazza.
Infine il dialogo tra Whiterose ed Eliott. Assistiamo a questo confronto da un punto di vista oggettivo, distaccato, come se ci trovassimo fuori da quello stanzino a osservare i due che parlano. Infatti abbiamo soprattutto inquadrature di profilo.
Ma non solo nei dialoghi, anche in altre situazioni Campbell sistema i personaggi agli estremi o in parti molto piccole dell’inquadratura con una precisione chirurgica, il che lascia enormi quantità di spazio negativo intorno a loro.
Guardate qui ad esempio i due terzi superiori dell’inquadratura sono vuoti.
In questi altri due esempi addirittura solo uno dei nove riquadri è occupato. Come già detto tutto ciò simboleggia la passività che le persone subiscono dalla società in questo mondo dominato da pochi?
Che poi tra questi pochi chi c’è? Naturalmente la E-Corp, infatti guardate questa inquadratura che sembra simile a molte altre che abbiamo già visto in precedenza,
la telecamera però a sto giro si muove in avanti andando a riprendere l’intera sala, piena delle persone che ci controllano in segreto.
E proprio sulla E-Corp vorrei dire ancora due parole, più precisamente sugli uffici di questa azienda, nei quali dominano le linee diagonali, che sono le linee più drammatiche, quelle che creano maggior tensione
e infatti vediamo che non mancano mai nelle stanze della E-Corp.
Ci sarebbe poi da parlare tantissimo dell’uso della luce in questa serie tv.
Una luce ad esempio piatta e fredda negli uffici dove lavora Eliott, simbolo forse dell’anonimato, della noiosa ripetitività nella quale finiscono le persone con i loro lavori d’ufficio?
Una luce completamente diversa invece nel quartier generale di Mr Robot.
Per non parlare poi della scena dell’incontro tra Eliott e Angela durante il suo trip mentale, non so te ma qui la luce io la trovo meravigliosa, con questa netta alternanza tra rosso e verde.
Verde che domina anche in quest’altra scena nella quale Eliott è a casa sua e prende la sua dose di morfina
e il verde dominante viene smorzato dalla luce di questa candela sul tavolo. Colore verde che può avere significati diametralmente opposti, il colore della vegetazione, della vita, ma anche ad esempio della carne andata a male, per cui del malessere, fisico o emotivo come quello che sta provando in questo caso Eliott.
Eliott attorno al quale ruota uno degli interrogativi principali della serie: ma questo Mr Robot è un personaggio reale o immaginario? Eh beh se andate a rivedervi determinate scene ci sono delle inquadrature che fanno capire che il personaggio di Slater non è reale.
Qui ad esempio si mette davanti a Eliott per rispondere a Darlene, come se fosse un’altra parte di Eliott a parlare.
Qui invece si rivolge proprio a Eliott da dietro di lui, fuori fuoco, come se fosse la voce della sua coscienza.
O qui ancora quando Eliott lo raggiunge al molo, vediamo che si allontana da tutte queste persone, quasi come se uscisse dal mondo reale per entrare nella sua mente,
isolandosi e confrontandosi con Mr Robot.
Mr Robot che è spesso messo in disparte, lontano dagli altri, come se non ci fosse,
oppure si trova direttamente dietro o vicino a Eliott, come se i due fossero una cosa sola..
Ora invece voglio cambiare argomento ponendoti una domanda: quante scene abbiamo in Mr Robot girate con la camera a mano? La risposta è poche, pochissime. Si perchè per larga parte della serie Tod Campbell ha preferito usare la camera fissa come ama fare ad esempio anche David Fincher.
E questa è una cosa sulla quale sono assolutamente d’accordo. Innanzitutto perché secondo me l’uso della camera fissa da un taglio più cinematografico, inoltre anche io preferirei girare tutto a camera fissa e usare invece la camera a mano solo quando questa sia utile o necessaria alla narrazione, allora si che farebbe molto più effetto sullo spettatore.
Prendiamo ad esempio la scena nella quale Mr Robot porta Eliott a prendere una dose, questa se non ricordo male è la prima scena a camera a mano della serie, e dopo l’uso esclusivo della camera fissa vedere quest’ultima che si muove vorticosamente per seguire i due contribuisce a dare un forte impatto visivo ed emotivo alla scena. In questa scena la camera a mano ha senso, non come viene usata in gran parte dei film di oggi.
E non dimentichiamoci che stiamo parlando anche di un piano sequenza, realizzato peraltro con la camera che segue i due e ogni tanto si ferma creando varie composizioni dalle quali poi ogni volta ci si sposta.
L’altro piano sequenza è quello della scena finale nella quale vediamo per la seconda volta Whiterose. Questa è l’unica scena della stagione girata con la steadycam, perché secondo Tod Campbell usare troppo la steady in una serie tv denota una certa pigrizia.
Invece lavorare inquadratura per inquadratura restituisce immagini più cinematografiche, ciò non toglie che questo piano sequenza (seppur girato con la steadycam) sia un signor piano sequenza!
Ma torniamo all’uso della camera a mano, azzeccatissimo anche in quest’altra drammatica scena quando Eliott trova il cadavere di Sheyla.. vediamo Fernando Vera che se ne va dicendo a Eliott che “lei è stata con te per tutto il tempo”.
Ed ecco all’improvviso uno stacco e il passaggio alla camera a mano, adesso noi spettatori siamo completamente con Eliott e ci sta salendo il dubbio: “Cosa voleva dire Fernando Vera con quelle parole?”.
La camera a mano contribuisce a dare un senso disturbante alla scena, perchè appena la vediamo iniziare a muoversi, sotto sotto sappiamo cosa troveremo nel bagagliaio, tuttavia Sheyla non la vediamo subito in faccia,
anzi capiamo che è morta dalla reazione di Eliott, è su di lui che si concentra la macchina da presa, la quale resta inchiodata sul suo volto per catturarne tutte le reazioni e solo alla fine ci viene mostrato il volto senza vita della ragazza. Questa è una messa in scena che rende al massimo la drammaticità del momento.
Per cui per andare a concludere Tod Campbell ha fatto un lavoro eccelso sulla fotografia di Mr Robot, non si è accontentato di fare qualcosa di già visto ma avuto la creatività e il coraggio di mettere in scena qualcosa di originale, qualcosa per cui magari tra qualche anno sui set si dirà “voglio una fotografia alla Mr Robot”.
Bene spero che questo articolo ti sia piaciuto! Per realizzarlo mi sono basato sia su mie intuizioni, che su quelle di altri che su alcune interviste a Tod Campbell. A me non resta altro che darti appuntamento ai prossimi articoli e ti ricordo che puoi trovarmi sia su Facebook che su Youtube!
2 pensieri su “Breaking the rules – La fotografia di Mr. Robot”