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Eccoci al terzo capitolo di questo nostro breve viaggio nella storia della fotografia! Come abbiamo visto nell’articolo precedente, i lunghi tempi di esposizione erano stati uno dei grandi ostacoli da superare dopo la nascita della fotografia.
Nel 1840 il matematico ungherese Josef Petzval realizza un obiettivo con una luminosità di f/3.7 che consente di accorciare ulteriormente i suddetti tempi di esposizione. Successivamente la Voigtländer, azienda nata a Vienna nel 1756, introdurrà sul mercato una macchina fotografica su cui sarà montato proprio tale obiettivo.
Tra il 1840 e il 1850 poi vengono aperti i primi studi fotografici (il primo in Europa è quello di Richard Beard a Londra), nascono i primi progetti fotografici (ad esempio il libro illustrato “The Pencil of Nature” pubblicato da William Talbot, nostra vecchia conoscenza) e nascono sia le prime industrie fotografiche tra le quali la Zeisse sia i primi giornali per fotografi, su tutti il “The Daguerreian Journal”.
IL COLLODIO
Ma soprattutto vengono migliorati i materiali sensibili alla luce. Nel 1851 infatti Frederick Scott Archer propone la tecnica del collodio umido e l’ambrotipo, un negativo su vetro che consentiva di stampare fotografie su carta con una qualità maggiore rispetto a quella ottenuta dalla calotipia di Talbot. L’uso del vetro permise di ottenere immagini nitide come il dagherrotipo ma moltiplicabili all’infinito.
In America si diffuse una variante del processo, chiamata ferrotipo, ideata dal professor Hamilton Smith, variante nella quale le immagini erano riprodotte come si può intuire su lastre di ferro.
REPORTAGE DI GUERRA
Per tornare al collodio, soluzione di nitrocellulosa in alcol ed etere, grazie alla sua introduzione il mercato della fotografia decolla. Con questa tecnica vennero realizzati i primi reportage di guerra.
Nel 1853 Roger Fenton racconta la Guerra di Crimea, non molto amata dall’opinione pubblica. Le sue foto tuttavia la resero ad essa accettabile: ed ecco subito la fotografia al servizio della propaganda di guerra.
Anche la Guerra di Secessione venne testimoniata fotograficamente da Mathew Brady e Timothy O’Sullivan che fotografarono tra le altre cose i cadaveri dei soldati sui campi di battaglia. Ma le fotografie erano realizzate sempre dopo gli scontri a fuoco. Questo per via degli ancora troppo lunghi tempi di esposizione.
ALTRI PROGETTI
Ben presto si sviluppò anche la fotografia etnografica con i reportage dei fotografi al seguito di esploratori e missionari, che restituivano immagini di misteriosi paesi lontani poco conosciuti.
Nel 1858 poi il fotografo francese Tournachon, in arte Nadar, realizza le prime fotografie aeree della storia, fotografando Parigi da un pallone aerostatico.
A lui si devono anche le prime sperimentazioni con la luce artificiale, famoso in questo senso un suo reportage sulle catacombe di Parigi.
Nel 1861 poi arriva la fotografia a colori grazie al matematico scozzese James Maxwell, che spiegò come la sovrapposizione di un filtro rosso, uno verde e uno blu restituissero un’immagine a colori. Maxwell fa fotografare tre volte una stoffa scozzese mettendo sopra l’obiettivo i tre filtri ed ottenendo così la prima fotografia a colori della storia.
Nel 1869 l’imprenditore tedesco Ernst Leitz rileva la Optisches Institut di Carl Kellner. È l’alba della Lei(tz)Ca(mera), la Leica.
Dieci anni dopo il fotografo francese Richard Maddox realizza i primi negativi in gelatina usando bromuro di cadmio e nitrato d’argento. È l’alba della pellicola fotografica come la intendiamo oggi. Inizia l’era della gelatina-bromuro d’argento.
Nel 1875 L’ingegnere polacco Leon Warnerke inventa la pellicola in rullo su supporto di carta e sarà su questo principio che si ispirerà George Eastman, il fondatore della Kodak, per produrre la pellicola di celluloide, dalla quale poi sarà ottenuta anche la pellicola cinematografica dei fratelli Lumiere nel 1895.
In tutto questo c’è spazio anche per un italiano, Francesco Negri, che nel 1886 inventa il teleobiettivo.
Come abbiamo visto all’inizio la fotografia non era proprio per tutti no? Tra architettura, ritratti di borghesia e reportage di guerra non c’era nulla di vicino alle masse. Per la nascita del mercato fotografico odierno bisognerà aspettare il già citato George Eastman, fondatore della Kodak, ma di questo parleremo nel prossimo articolo.
Io spero di non averti annoiato, non mi resta altro che darti appuntamento ai prossimi articoli e ti ricordo che puoi trovarmi sia su Facebook che su Youtube!
Se ti interessa il cinema trovi anche una sua breve storia QUI
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Bibliografia
L’occhio della fotografia – Italo Zannier
Fotografia. La storia completa – J. Hacking
Viaggio nella storia della fotografia – Marco Rovere